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Mettere a confronto le tariffe luce e trovare quella più adatta alle proprie esigenze non è facile. La ricerca del fornitore di energia elettrica più conveniente rappresenta un bisogno comune a molte famiglie italiane. Per far quadrare i conti a fine mese, è opportuno prestare massima attenzione a ogni singola voce di spesa. Una volta messe sul piatto della bilancia, il compito di ogni buon consumatore è quello di trovare il giusto compromesso tra costi e benefici. Quando si parla di corrente elettrica, molto dipende dai nostri ritmi quotidiani: quante ore trascorriamo in casa? Qual è la fascia oraria in cui riteniamo di consumare più kWh? Una volta risposto a queste domande, non ti rimane che confrontare le offerte di energia elettrica e scovare quella giusta per te.
La migliore offerta luce in assoluto non esiste. Ogni famiglia ha le proprie esigenze e la chiave per avere una bolletta leggera a fine mese è quella di individuare le proprie necessità, senza lasciarsi attrarre dalla prima offerta che si trova e confrontando attentamente le varie tariffe luce più convenienti. Ma cosa ne determina il prezzo? E come trovare quindi, quella più adatta? Ecco alcuni consigli per fare la scelta più giusta.
Partiamo da un dato fondamentale: l’energia elettrica ha dei costi fissi, ma ogni offerta può variare sensibilmente in relazione al gestore e ad altri fattori, come ad esempio:
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La prima variabile da prendere in considerazione nel momento in cui si fa un confronto delle tariffe di energia elettrica è quello di determinare il tipo di contratto. Ne esistono quattro, che spesso danno origine a offerte differenti:
Cosa significano le singole voci e quanto pesano nell’individuazione del contratto luce più conveniente?
La nuova attivazione di un’utenza di energia elettrica consiste nell’allaccio di una fornitura su un nuovo contatore. Se la casa è nuova e il contatore è appena stato installato, è molto probabile che sia necessario richiedere un nuovo allaccio luce. La nuova attivazione si verifica solamente nel caso in cui il contatore non sia mai stato utilizzato, altrimenti si tratta di subentro, voltura o cambio fornitura.
Si attua su una fornitura già attiva per la quale si vuole però cambiare il gestore per trovare una soluzione più adatta in base alle proprie esigenze.
La voltura e il subentro spesso generano confusione. Distinguerli è molto semplice. Se la luce è presente nell’abitazione, la procedura da fare è la voltura. Se la luce non è presente perché è stata staccata (non in seguito a disservizi o a mancati pagamenti, ma interrotta dal precedente inquilino), allora è necessario fare il subentro. Nel caso della voltura della fornitura di energia elettrica cambierà, quindi, l’intestatario del contratto. Questo è il tipico esempio delle case in affitto: all’arrivo di un nuovo inquilino, si procede con la voltura della fornitura di energia con il nuovo nome. La voltura è solamente un cambio intestatario, quindi il contratto sottoscritto con il gestore energetico rimane lo stesso. Offerte, riformulazioni e aggiustamenti non sono possibili, se non in seconda battuta, prendendo contatto direttamente con il fornitore dell’energia elettrica.
Il subentro corrisponde alla riattivazione di un’utenza luce. Il contatore è stato disattivato e manca la luce nell’abitazione, ma è presente e funzionante. Al momento del subentro, bisogna comunicare al gestore la matricola del contatore e i dati dell’intestatario.
Non meno importante, quando si pongono a confronto le tariffe luce, è la definizione del tipo di contratto: residente o non residente? La domanda può sembrare banale, ma il tipo di utenza determina una differenza di costi e quindi una bolletta più o meno leggera a fine mese. Nel caso di utenze domestiche, la distinzione è semplice: se l’utenza si trova nella tua casa di residenza, allora il tipo di contratto sarà “domestico residente”. Se invece è una seconda casa e non è la tua residenza (quella, cioè, che risulta all’anagrafe) è “domestico non residente”.
La maggior parte delle famiglie italiane sa perfettamente quanto spende in energia elettrica ogni mese, ma non sa quanto sia il suo reale consumo annuale. Il consumo di energia elettrica è un valore espresso in kWh, che esprime quanta luce consuma effettivamente tutto il nucleo familiare. Una famiglia media italiana, composta da quattro persone, consuma intorno ai 2500-2700 kWh all’anno. Una persona che abita da sola consuma mediamente 1500 kWh. Questi dati sono utili per prendere in considerazione le migliori tariffe luce sul mercato.
Perché è importante definire il consumo annuale medio della propria famiglia? Perché è grazie a questo dato che è possibile stabilire con una buona approssimazione il costo della bolletta. Sapere quanto consumiamo e conoscere il costo al kWh offerto dal gestore dell’energia elettrica, ci permette di ipotizzare quale sia la tariffa luce più conveniente. Il costo al kWh della luce è definito nel libero mercato dai singoli gestori, mentre nella maggior tutela viene calcolato ogni tre mesi dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).
Un altro dato importante per fare un buon confronto tra le tariffe di energia elettrica è quello relativo alla potenza del contatore. Anche questo aspetto è spesso ignorato, ma può generare un notevole aumento in bolletta. La potenza impiegata è di due tipi: quella massima prevista a livello contrattuale e quella reale, facilmente rintracciabile tramite le vecchie bollette. È importante capire la potenza assegnata al contratto per una tariffa luce adatta alle proprie esigenze. Un laboratorio che fa uso di macchinari ad alto dispendio energetico ha bisogno di una potenza piuttosto elevata. Una casa con i “classici” elettrodomestici, come lavastoviglie, lavatrice, televisore, frigorifero e condizionatore può assestarsi su una cifra più bassa. Le utenze domestiche, infatti, sono di solito intorno ai 3 kWh.
La scelta di una tariffa di energia elettrica più conveniente rispetto a un’altra passa anche attraverso questo dato importante: si parla di offerta luce monoraria o bioraria? Cosa vuol dire? Cosa cambia?
Se la tua famiglia è spesso in casa durante la giornata e nei giorni feriali, è meglio optare per una tariffa monoraria. Il giorno e l’ora non incidono sulla tariffa al consumo. Quindi è assolutamente indifferente se la tua lavastoviglie sia in azione all’ora di pranzo o la sera tardi. In questo modo avrai la certezza di pagare sempre lo stesso prezzo per qualsiasi momento del giorno e della notte.
La tariffa bioraria prevede un risparmio sui consumi effettuati durante la sera e la notte, e nei giorni festivi. Grazie a questa tariffa, si hanno due notevoli vantaggi:
Con la tariffa bioraria, insomma, si può avviare la lavatrice di sera, consapevoli di consumare meno energia. È una scelta comoda per chi ha orari d’ufficio ed è presente in casa soltanto in serata o durante i weekend. Se si lavora in casa, invece, può non essere vantaggioso, specialmente se il consumo energetico dell’abitazione prevede anche l’uso di televisori o condizionatori.
Se stai scegliendo un nuovo gestore per l’energia elettrica, confronta le tariffe luce con criterio, analizza le varie voci di costo e trova la migliore per le tue necessità. Un fornitore come Acea Energia si impegna a garantire semplicità, attenzione al cliente e impegno per l’ambiente.
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01 aprile 2022 |