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Lo sapevi che i classici termosifoni in ghisa, ancora oggi presenti in molte abitazioni, rappresentano tuttora la soluzione ideale per coniugare efficienza energetica e bisogno di riscaldare gli ambienti? Ormai sul mercato da molti anni, i radiatori in ghisa sono infatti i caloriferi più diffusi. Nonostante i modelli in acciaio e alluminio, i termosifoni in ghisa continuano ad essere particolarmente apprezzati. Scopriamo perché, quale è la principale differenza rispetto ai moderni termosifoni in alluminio, quanto costano, come pulirli e verniciarli e quale modello scegliere per contenere i costi della bolletta.
Se stai ristrutturando casa, la domanda è: meglio continuare con i cari e vecchi caloriferi in ghisa o passare a un sistema di riscaldamento più moderno? I termosifoni in ghisa, presenti negli edifici di qualche decennio fa, sono ancora largamente utilizzati.
Il funzionamento di un termosifone in ghisa è semplice: è composto da tubi collegati alla caldaia, attraverso cui passa l’acqua calda. Questa, riscaldata dalla caldaia, risale verso i caloriferi e poi torna indietro per essere nuovamente riscaldata. I termosifoni cedono calore agli ambienti per irraggiamento, mantenendo una temperatura confortevole anche diverse ore dopo lo spegnimento della caldaia. Un calorifero in ghisa è dotato inoltre di un sistema di valvole: oltre a quelle per lo spurgo, è provvisto anche di valvole termostatiche, cioè dispositivi che permettono di regolare e limitare la portata del fluido in ingresso, e di tappi o valvole di chiusura per le uscite non utilizzate.
Tra i principali vantaggi dei radiatori di ghisa rientrano:
Un radiatore di ghisa diventa controproducente invece quando la casa resta disabitata per buona parte della giornata. Ha infatti bisogno di molto tempo per riscaldarsi oltre che di un ingente quantitativo d’acqua; in questi casi, in assenza di sistemi che permettano di programmarne in anticipo l’accensione, il rischio è quello di ritrovare casa fredda quando si rientra.
Rispetto ai termosifoni di alluminio un calorifero di ghisa inoltre è molto pesante, di conseguenza anche il trasporto e l’installazione risulteranno più complessi. Le spese per la pulizia sono modeste, ma lo stesso non si può dire per la fatica e il tempo richiesti per intervenire sul materiale ferroso.
Meglio termosifoni in ghisa o alluminio? Sulla decisione pesano le abitudini di consumo. La differenza principale, infatti, tra i termosifoni di ghisa e quelli di alluminio riguarda tempi e modalità di riscaldamento: l’alluminio si scalda e si raffredda rapidamente ed è indicato per chi trascorre la maggior parte della giornata fuori casa e ha bisogno di un riscaldamento istantaneo; la ghisa invece si scalda e si raffredda più lentamente, di conseguenza chi trascorre la giornata in casa troverà nei termosifoni in ghisa dei validi alleati. Per la loro capacità di trattenere meglio il calore sono ideali negli ambienti di grandi dimensioni, mentre i termosifoni di alluminio sono più indicati per le case piccole o poco abitate dove è necessario scaldare velocemente gli ambienti.
Le altre variabili da non trascurare nella scelta sono: il peso, l’estetica e i costi: i termosifoni in alluminio sono più leggeri, meno ingombranti, hanno un design che li rende più adatti alle abitazioni moderne e costano meno dei radiatori in ghisa.
I prezzi dei caloriferi in ghisa sono leggermente più elevati rispetto a quelli in alluminio. In genere il costo di un calorifero in ghisa dipende dalla forma dei moduli (che può essere a colonne o a piastre) e dal numero dei moduli installati. Sulla spesa finale incidono anche le finiture scelte.
In media un radiatore in ghisa a colonne costa tra i 20 e i 30 euro ad elemento (intorno ai 50-100 a corpo), mentre un termosifone in ghisa orizzontale può costare tra i 150 e i 250 euro a corpo.
I caloriferi di ghisa oggi sono disponibili in diverse forme e design e possono essere montati sia in orizzontale che in verticale. Il numero di elementi che li compongono varia a seconda delle esigenze. In un ambiente piccolo si può optare per un termosifone in ghisa da tre o quattro elementi, mentre in una stanza più grande, come, ad esempio un salotto, si può prevedere di aggiungere degli elementi (anche a distanza di anni) o di posizionare due radiatori su lati diversi.
Possono essere installati ovunque si voglia e sul mercato sono presenti modelli a versione liscia o con decorazioni a rilievo in stile retrò.
I termosifoni in ghisa sono normalmente presenti nelle case arredate dagli anni ’50 in poi con moduli che possono raggiungere anche un metro di lunghezza e sono di solito in stile liberty. Esistono però anche termosifoni in ghisa moderni, con un design elegante e capace di adeguarsi a spazi minimal e contemporanei: un esempio sono i modelli verticali che si allungano sulla parete con poche colonne lisce e sottili.
In genere questo tipo di radiatori non richiede una particolare manutenzione perché la struttura è molto resistente agli agenti corrosivi. Tuttavia, la longevità dei termosifoni in ghisa usati rende spesso necessario intervenire sull’estetica. Vediamo come pulirli, sfiatarli, o sverniciarli e quale pittura per termosifoni in ghisa usare.
Pulire i termosifoni in ghisa richiede tempo e pazienza. Per farlo occorre dotarsi di sapone neutro, un panno in microfibra (da evitare il cotone) e, ove necessario, uno sgrassatore. La resa migliore si ottiene con un pulitore a vapore grazie al quale è possibile prevenire l’insorgere della muffa.
Ecco i passaggi da seguire per la pulizia dei termosifoni in ghisa:
Prima dell’arrivo del periodo dell’accensione è indispensabile procedere con una serie di operazioni di manutenzione come lo sfiato dei termosifoni. È consigliabile spurgare i radiatori in autunno (o comunque con la caldaia fredda). Questa operazione serve a rimuovere l’aria e a garantire l’efficienza dell’impianto: in questo modo eviteremo che le bolle d’aria impediscano al calore di diffondersi in maniera omogenea. Per sfiatare i caloriferi in ghisa basta aprire lentamente le valvole di spurgo per termosifoni in ghisa, dopo aver avuto cura di posizionare a terra un recipiente per raccogliere l’acqua. Far uscire tutta l’aria fin quando il getto d’acqua non diventa costante. Solo a questo punto si può richiudere la valvola.
Una procedura che si può effettuare per rinnovare gli elementi più datati nei radiatori in ghisa usati e dare colore all’ambiente è la verniciatura dei termosifoni. Ma come verniciare un termosifone in ghisa? In questo caso sarà sufficiente seguire alcuni semplici passaggi:
A questo punto non rimane che verniciare il termosifone, lasciare asciugare la pittura e rimontare il termosifone una volta ultimata l’operazione.
Ci si può trovare anche di fronte alla necessità di sverniciare termosifoni in ghisa come nel caso in cui, prima di procedere alla verniciatura, si renda indispensabile eliminare eventuali accumuli di ruggine o lo strato di vernice precedente. Per preparare la superficie è necessario svuotare il termosifone dall’acqua, rimuoverlo dal muro e appoggiarlo su un piano di lavoro. La sverniciatura potrà avvenire tramite sabbiatura, ovvero un procedimento in cui l’abrasione si ottiene tramite un getto di sabbia e aria, oppure attraverso l’uso della semplice carta abrasiva o di una levigatrice. In alternativa si possono usare gli sverniciatori chimici, sostanze che agiscono per rimuovere la vernice. Una volta ultimata l’operazione, si può provvedere a pitturare i radiatori.
I radiatori in ghisa sono compatibili con qualsiasi tipo di caldaia; tuttavia, la caldaia ideale per alimentare un impianto di riscaldamento con termosifoni in ghisa è quella tradizionale. Scopriamo perché.
Le caldaie a condensazione sono progettate per essere più efficienti e rapide rispetto a quelle tradizionali e funzionano in maniera antitetica ai caloriferi in ghisa che, come abbiamo visto, sono caratterizzati da una elevata inerzia termica, si riscaldano e si raffreddano molto lentamente. A meno che non si abbia un’abitazione con un adeguato isolamento termico, dunque, si rischia di produrre calore inutile e di sprecare energia. Per questo motivo in presenza di termosifoni in ghisa risulta più intelligente affidarsi a una caldaia tradizionale, i cui tempi di funzionamento sono più simili a quelli dei caloriferi in ghisa.
06 novembre 2024 |