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La carne sintetica oggi rappresenta un’alternativa sostenibile alla carne tradizionale. Gli attuali sistemi di produzione di carne, nati per soddisfare una domanda globale sempre più crescente, si basano soprattutto sulla pratica degli allevamenti intensivi. In un mondo alle prese con piani d’azione per contenere la crisi climatica in corso e sulla scia degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, anche un’alimentazione sostenibile gioca un ruolo chiave per la salvaguardia del Pianeta. In questo senso la carne sintetica potrebbe dare una spinta significativa al settore; scopriamo cos’è, come viene prodotta, quali sono i suoi pro e contro e qual è il futuro della carne sintetica in Italia e in Europa.
Nel 2013 a Londra viene presentato il primo hamburger coltivato in laboratorio. È l’inizio di una nuova era, quella della carne sintetica, nota anche come carne in vitro o coltivata, ottenuta cioè in laboratorio attraverso la coltivazione di cellule staminali prelevate dagli animali vivi. A differenza della carne convenzionale non richiede l'allevamento e la macellazione di animali, e questo la rende un'alternativa potenzialmente più sostenibile ed etica.
Occhio però a non confonderla con la carne vegetale: la prima è prodotta a partire da cellule animali, la seconda invece si ottiene da ingredienti di origine vegetale, come soia, legumi o grano, e mira a ricordare il gusto e la consistenza della carne tradizionale. La carne sintetica si distingue anche dalle alternative realizzate a partire da proteine di funghi e piante, o da quelle ricavate da insetti, alghe, microproteine e proteine batteriche. La principale differenza è che la carne sintetica nasce per essere identica a quella tradizionale per aspetto, odore, sapore, consistenza e struttura, mentre le alternative vegetali offrono un'esperienza simile ma non uguale.
Ma come si ottengono le carni sintetiche? La produzione della carne in provetta consiste in un complesso processo che sfrutta le stesse tecnologie utilizzate da anni per rigenerare e riparare i tessuti. Si articola in diverse fasi:
La carne sintetica elimina dal processo produttivo la presenza dell’animale, basta infatti ricreare in laboratorio solo le cellule e i tessuti necessari.
Produrre carne coltivata ha soprattutto benefici ambientali come:
Dal punto di vista della salute i vantaggi principali sono invece:
Da non trascurare anche i risvolti in termini etici: se si cominciasse a consumare carne sintetica su larga scala, diminuirebbe notevolmente il numero di allevamenti intensivi per scopi alimentari.
Non mancano però alcune criticità come:
In Italia e in Europa, la carne coltivata è al centro di un acceso dibattito pubblico. Nel nostro Paese, la legge n. 50 del novembre 2023 vieta la produzione e la commercializzazione di alimenti derivati da colture cellulari animali, comunemente chiamati "carne coltivata". Tuttavia, questa normativa è stata oggetto di osservazioni da parte della Commissione Europea, che ha contestato una possibile violazione delle procedure di notifica obbligatorie previste dalla Direttiva (UE) 2015/1535. Questo potrebbe mettere in discussione la piena applicazione della legge.
A livello europeo, la vendita di carne coltivata non è ancora autorizzata. Per essere commercializzati, questi prodotti devono ottenere l'approvazione dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e della Commissione Europea, secondo quanto stabilito dal Regolamento sui nuovi alimenti. Il processo di valutazione, particolarmente rigoroso, prevede un'analisi approfondita sia della sicurezza che del valore nutrizionale del prodotto e può durare almeno 18 mesi. Nel 2024, l'azienda francese Gourmey ha presentato una richiesta di autorizzazione per il foie gras coltivato, segnando un primo passo verso la possibile introduzione sul mercato europeo.
Nonostante l'opposizione di alcuni Stati membri – come dimostrato dalla richiesta di moratoria avanzata da 12 Paesi nel gennaio 2024 – l'innovazione nel settore della carne coltivata prosegue. Olanda, leader europeo in questo ambito, ha stanziato circa 60 milioni di euro nel 2022 per finanziare la ricerca. In Italia, diverse università e centri di ricerca lavorano su progetti innovativi: l'Università di Torino, ad esempio, ha avviato una campagna di crowdfunding per sostenere il progetto CultMeat, volto a sviluppare tecnologie avanzate per la produzione di carne coltivata.
Sul fronte internazionale, Paesi come Singapore e Stati Uniti sono pionieri nella commercializzazione. Singapore ha autorizzato la vendita di carne coltivata già nel 2020, mentre negli Stati Uniti il Dipartimento dell'Agricoltura (USDA) ha approvato la vendita nel 2023.
Mentre dunque il dibattito politico e normativo continua, il settore della carne coltivata registra una crescente attenzione da parte di investitori e ricercatori, con il potenziale di trasformare il futuro dell'alimentazione a livello globale.
Nonostante le questioni aperte e i dubbi persistenti, come l’effettiva riduzione dell’impatto ambientale e la sicurezza a medio e lungo termine sulla salute dei consumatori, la carne sintetica ha il potenziale per rivoluzionare il settore alimentare. In un mondo sempre più attento alla sostenibilità, questa alternativa potrebbe affiancare la carne tradizionale, offrendo un’opzione etica e innovativa.
Nonostante le restrizioni, il settore continua a registrare investimenti e progressi scientifici: un rapporto di Systemiq del 2024 prevede che il mercato della carne coltivata in Europa potrebbe raggiungere un valore compreso tra 15 e 85 miliardi di euro entro il 2050, creando fino a 90.000 posti di lavoro.
A livello globale, la carne coltivata sta guadagnando terreno: secondo il rapporto GovGrant 2024, entro il 2040 questa alternativa potrebbe rappresentare il 35% del mercato globale delle proteine, mentre il 25% sarà costituito da alternative vegetali. Gli Stati Uniti dominano gli investimenti con oltre 1,3 miliardi di sterline investiti, mentre Israele, Paesi Bassi e Singapore si stanno affermando come hub tecnologici del settore.
Dal punto di vista ambientale, i benefici potrebbero essere significativi: studi preliminari stimano che la produzione di carne coltivata potrebbe ridurre fino al 92% l’impatto climatico e fino al 90% l’uso del suolo rispetto all’allevamento tradizionale (Good Food Institute Europe, 2024).
Mentre il dibattito prosegue, il futuro della carne sintetica dipenderà dalla capacità di bilanciare innovazione, accettazione sociale e regolamentazione, garantendo al contempo trasparenza, sicurezza e accessibilità economica. Sebbene gli ostacoli siano ancora numerosi, il potenziale di questa tecnologia nel ridefinire il sistema alimentare globale è indiscutibile.
03 marzo 2025 |