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L’efficientamento energetico è l’insieme delle operazioni utili ad ottimizzare l’uso delle risorse energetiche e a contenere i consumi senza compromettere le prestazioni di un edificio. Il termine si riferisce alla capacità di un sistema di produrre il massimo rendimento con il minor spreco possibile; gli interventi di efficientamento energetico, volti ad armonizzare il rapporto tra fabbisogno energetico ed emissioni inquinanti, beneficiano di incentivi fiscali. Vediamo insieme a cosa serve, quali sono i vantaggi e come ci aiuta a contenere i consumi in bolletta.
L’espressione efficientamento energetico si riferisce all’insieme di interventi orientati a migliorare le performance (e quindi la classe energetica) di un edificio pubblico o privato. Questo è reso possibile grazie ad un uso razionale delle risorse, ovvero ottenere il massimo rendimento delle risorse al minor consumo possibile di energia, senza per questo compromettere le prestazioni. Nello specifico si tratta di operazioni che consentono di ottimizzare il rapporto tra il rendimento in termini di minori consumi e il fabbisogno energetico.
Vale la pena a questo punto capire anche che cos’è il fabbisogno energetico di un edificio. Con questo termine si indica la quantità di energia necessaria per assicurare un clima adeguato all’interno di un’abitazione, e quindi un buon livello di comfort abitativo per chi la vive. In linea di massima, per calcolare il fabbisogno energetico di un ambiente si tiene in considerazione il coefficiente termico di 30-40 chilocalorie al metro cubo, variabile tra questi due limiti in base alle condizioni termiche dell’edificio stesso e della zona climatica di riferimento. Si capisce quindi come l’efficientamento energetico di una casa o di un edificio consenta di ridurre il fabbisogno e aumentare il risparmio energetico.
Spesso il concetto di efficientamento viene usato come sinonimo di risparmio energetico. In realtà le due definizioni non sono sovrapponibili come stabilisce la direttiva europea 2012/27/CE.
Mentre il primo punta a consumare meno energia, il secondo mira a migliorare le prestazioni con la stessa quantità di energia.
Non è raro vedere il concetto di efficientamento affiancato a quello di efficienza energetica. In questo caso i termini possono essere considerati quasi sinonimi.
L'efficienza energetica, detta anche efficientamento, rappresenta infatti la capacità di un sistema di ottenere prestazioni migliori ma con il minor consumo di energia rispetto ad altri sistemi.
Per raggiungere l'efficienza energetica è quindi necessario migliorare il rendimento del sistema, il che porta a un risparmio energetico e a una diminuzione dei costi sostenuti. Nello specifico l’efficientamento corrisponde all’adozione delle migliori tecniche presenti sul mercato e di un comportamento consapevole e responsabile nei confronti degli usi energetici. Migliorare l’efficienza energetica di una casa o un edificio corrisponde ad realizzare un’attività di efficientamento energetico.
L’efficienza di un edificio viene misurata e certificata attraverso la sua classe energetica il cui valore varia su una scala che va da A4 (la più alta) a G (la più bassa). La classificazione aiuta nell’identificare eventuali migliorie da apportare, di cui parleremo più avanti.
Come abbiamo visto efficientamento energetico e risparmio energetico hanno la stessa finalità, ma seguono strade differenti. L’obiettivo dell’efficientamento non è infatti quello di consumare meno energia, ma di impiegarla meglio. Consumare meglio equivale anche a risparmiare energia e rispettare l’ambiente per effetto della riduzione delle emissioni inquinanti.
Tra i lavori di efficientamento energetico di una casa rientrano:
Le varie attività di efficientamento contribuiscono a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, ma senza inficiarne le prestazioni a fronte di una riduzione dei consumi.
Per promuovere gli interventi di riqualificazione e ristrutturazione energetica degli edifici il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica mette a disposizioni diversi strumenti di incentivazione:
Per accedere al sistema di incentivi previsti è richiesta una certificazione energetica nota come Attestato di prestazione energetica (APE).
La certificazione energetica meglio nota come “Attestato di Prestazione Energetica” (APE), è un documento che attesta la classe energetica di un immobile e descrive le sue prestazioni su una scala di 10 lettere che va dal A4 a G, dove A4 individua il punteggio massimo e G quello minimo. L’APE consente di conoscere una serie di informazioni sull’efficienza energetica del proprio immobile come, per esempio, il fabbisogno energetico annuo o le emissioni di CO2, e di individuare eventuali interventi migliorativi volti a ottimizzare la prestazione energetica dell’edificio o dell’abitazione, tramite un piano di efficientamento energetico.
Il piano di efficientamento è lo strumento che include gli interventi da effettuare per ottimizzare consumi e ridurre gli sprechi in bolletta.
L’Attestato di Prestazione Energetica ha una validità di 10 anni ed è obbligatorio in caso di:
L’Attestato di Prestazione Energetica non è invece obbligatorio per gli edifici di culto, per i fabbricati industriali, agricoli e artigianali che non prevedono impianti termici o di climatizzazione, fabbricati isolati con superficie inferiore ai 50 mq. Il costo dell’APE è variabile e dipende da diversi fattori, come dimensioni dell’immobile, tipo e numero di impianti installati.
Il prezzo dell’Attestato non è fisso ed è, dunque, determinato dalle caratteristiche dell’unità immobiliare, in termini di metratura e di tipologia dell’edificio.
L’agevolazione fiscale prevista per gli interventi di efficientamento energetico è il cosiddetto Ecobonus, una misura introdotta dalla Legge di Bilancio del 2007 (legge 296/2006) e attualmente disciplinata dall’art. 14 del D.L. 63/2013. Consiste in una detrazione compresa tra il 50% e l’85% delle spese sostenute, da ripartire in dieci rate annuali di pari importo. Sono disponibili diverse categorie di aliquote (quote) in base alla tipologia di intervento eseguito, al tipo di immobile e ad altri fattori.
Le detrazioni previste dall’Ecobonus 2024, quindi per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2024, sono:
Il Conto Termico 2.0 è un incentivo erogato dal Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) come contributo a fondo perduto, non soggetto a scadenza. Può essere richiesto per interventi realizzati per il miglioramento dell'efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni. Si rivolge a Pubbliche Amministrazioni e soggetti privati (Persone fisiche, Condomini e Imprese).
Gli interventi ammessi al Conto Termico 2.0 per il 2024 sono:
Il contributo massimo può arrivare al 65% delle spese sostenute per sostituire il vecchio impianto con soluzioni più efficienti.
I certificati bianchi noti anche come Titoli di Efficienza Energetica (TEE) sono destinati a sostituire progressivamente le detrazioni fiscali come gli Ecobonus. Sono titoli negoziabili e certificano il risparmio energetico ottenuto tramite interventi di efficientamento energetico. Si tratta di titoli negoziabili, emessi dal Gestore dei Mercati Energetici (GME), che riconoscono un contributo economico a tutte le società di distribuzione di energia elettrica e gas, alla Pubblica Amministrazione, ai privati e alle imprese che avranno raggiunto determinati obiettivi di risparmio energetico grazie a specifici interventi di efficientamento. Ogni certificato corrisponde al risparmio di una Tonnellata Equivalente di Petrolio (TEP).
L’efficientamento energetico si realizza tramite grandi interventi sugli edifici, per iniziare a ad avere un impatto positivo nel quotidiano basta adottare piccoli comportamenti che aiutano ad ottimizzare i consumi energetici della propria casa.
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10 dicembre 2024 |