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Cosa si intende per efficienza energetica

Nel mercato immobiliare o in quello degli elettrodomestici, si fa riferimento di frequente al concetto di efficienza energetica. Cosa significa di preciso e perché è importante? C’è differenza tra efficienza energetica ed efficientamento energetico? Cos’è la classe di efficienza energetica? Ha la stessa valenza sia nel caso delle abitazioni che degli elettrodomestici?

Efficienza energetica: definizione

Per efficienza energetica si intende la capacità di un sistema di ottenere un dato risultato grazie all’utilizzo di un quantitativo minore di energia (registrando quindi un rendimento generale migliore). Questo comporta due importanti risultati: 

  • minor impiego di risorse
  • maggior risparmio energetico.

In altre parole, l’efficienza energetica esprime la capacità di un certo sistema di ottimizzare i risultati a fronte di una minor spesa.

Ma, in concreto, che cos’è l’efficienza energetica? Nel caso di un immobile si parla dunque di efficienza energetica degli edifici e si fa riferimento al suo fabbisogno energetico, ovvero la quantità di energia necessaria alla casa per il mantenimento di un clima ideale. Minori sono i consumi per soddisfare il fabbisogno, migliore sarà la sua efficienza energetica.

Un edificio ha una buona efficienza energetica quando riesce a risparmiare l’energia, quando cioè adotta soluzioni e tecnologie in grado di minimizzare il consumo di energia per le sue operazioni quotidiane. Questo significa che, attraverso un'attenta progettazione, l'isolamento termico ottimale, l'uso di apparecchiature ad alta efficienza e sistemi di illuminazione a basso consumo, l'edificio riesce a mantenere il comfort interno con un dispendio energetico ridotto.

Efficienza energetica o efficientamento energetico?

Spesso si sente parlare di efficientamento energetico per indicare l’efficienza energetica, facendo di fatto riferimento allo stesso concetto. L’efficientamento energetico, però, può essere inteso anche come l’insieme di interventi volti a migliorare l’efficienza energetica di uno stabile come edifici pubblici, privati, e così via.

Il rendimento energetico di un dispositivo o di un impianto

Spiegata la differenza tra efficienza energetica ed efficientamento energetico, vale la pena vedere anche il significato di un altro termine che spesso viene utilizzato in questo ambito, ovvero il rendimento energetico. Il rendimento energetico esprime la misura di quanto efficacemente un impianto o dispositivo sia capace di convertire l'energia consumata in energia utile.

Nella pratica, il rendimento energetico si manifesta in diversi ambiti: dagli elettrodomestici in casa, come frigoriferi e condizionatori, ai sistemi industriali su larga scala. Un alto rendimento energetico in un elettrodomestico indica che una notevole parte dell'energia consumata viene efficacemente convertita nella prestazione desiderata, come riscaldamento o raffreddamento, minimizzando al contempo l'energia dissipata inutilmente, ad esempio sotto forma di calore residuo o altre inefficienze.

Conoscere il rendimento energetico di dispositivi e impianti è cruciale per diverse ragioni:

  • aiuta i consumatori e le aziende a fare scelte più informate quando acquistano nuovi apparecchi, orientandosi verso opzioni che promettono non solo prestazioni superiori ma anche minori costi operativi nel lungo termine. Questo è particolarmente rilevante in un'epoca in cui la sostenibilità e la riduzione delle emissioni di carbonio sono diventate priorità globali;
  • migliorare il rendimento energetico attraverso l'adozione di tecnologie più efficienti o l'ottimizzazione dei processi esistenti è un passo fondamentale verso la riduzione del consumo energetico complessivo e, di conseguenza, verso il contenimento delle emissioni nocive nell'atmosfera.

In sintesi, il rendimento energetico si rivela un indicatore chiave non solo per valutare l'efficienza di un sistema ma anche per guidare decisioni consapevoli che possono avere un impatto significativo sul benessere del pianeta e sulla salute economica delle società.

Efficienza energetica: come migliorare la classe energetica di un appartamento

Evoluzione normativa sull’efficienza energetica

Negli ultimi anni, l'Italia ha compiuto passi da gigante nel campo dell'efficienza energetica, sia per gli edifici che per i dispositivi, grazie soprattutto agli incentivi fiscali erogati dal governo per promuovere lo sviluppo in termini di efficienza energetica. Questi sforzi si inseriscono in un contesto più ampio di attenzione verso l'ambiente, cercando di ridurre gli sprechi e conservare le risorse naturali. La recente normativa sull’efficienza energetica e l’adozione della certificazione dell'efficienza energetica (introdotta in Italia con il Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192, attuazione della Direttiva 2002/91/CE sulla prestazione energetica nell'edilizia) hanno come fine ultimo quello di ottenere un impatto diretto e virtuoso sul benessere del pianeta.

La questione dell'efficienza energetica tocca tutti, non solo i privati cittadini ma anche le aziende e le istituzioni, sono di fatto un pilastro dell'agenda politica sia a livello nazionale che europeo. La regolamentazione in materia è diventata sempre più dettagliata, abbracciando sia il settore civile che quello industriale.

La necessità di questa evoluzione normativa è resa evidente dall'aumento esponenziale del consumo energetico globale negli ultimi decenni e dall’attenzione sempre maggiore verso le limitate risorse fossili. In risposta, le istituzioni internazionali hanno intensificato la ricerca su fonti energetiche alternative utili per il miglioramento dell'efficienza energetica di edifici pubblici, privati e industriali.

Italia ed Europa sono costantemente impegnate verso un futuro più sostenibile. Mantenersi aggiornati su queste evoluzioni è cruciale per sfruttare appieno le opportunità offerte e contribuire attivamente alla transizione energetica.

Direttiva efficienza energetica degli edifici

In Italia la direttiva per l’efficienza energetica si è arricchita significativamente grazie alla norma UNI CEI EN ISO 50001:2011 - "Sistemi di gestione dell'energia - Requisiti e linee guida per l'uso", e al Decreto Legislativo del 30 maggio 2008 n° 115, delineando un quadro chiaro per l'efficienza energetica basato sul rapporto tra prestazioni ottenute e energia impiegata, attestato attraverso l'APE (Attestato di Prestazione Energetica) e stimolato da agevolazioni come l’Ecobonus.

Tra le evoluzioni più notevoli in questo ambito, il Superbonus 110%, introdotto con il Decreto Rilancio (DL 34/2020) e che ha offerto la possibilità di ottenere una detrazione fiscale del 110% per spese sostenute fino al 2023 in interventi di efficienza energetica e riduzione del rischio sismico su edifici residenziali, promuovendo così l'ammodernamento energetico e la sicurezza degli immobili, ha rappresentato un'ambiziosa iniziativa, promuovendo l'efficienza energetica e la riduzione del rischio sismico con incentivi significativi. Dal 2024, però, l'aliquota è stata ridotta al 70%, con applicabilità circoscritta a condomini e proprietari di piccoli edifici, accompagnata dall'introduzione di un fondo povertà per aiutare le famiglie a basso reddito a compensare la riduzione dell'aliquota.

L'Ecobonus e il Bonus Casa sono due incentivi chiave nel panorama degli sforzi italiani per migliorare l'efficienza energetica degli edifici. L'Ecobonus offre detrazioni fiscali fino al 65% per interventi specifici volti a incrementare l'efficienza energetica, come l'isolamento termico (ad esempio con l’applicazione di un cappotto termico), la sostituzione di impianti di riscaldamento e l'installazione di impianti fotovoltaici.

Il Bonus Casa, invece, promuove il recupero del patrimonio edilizio attraverso una detrazione del 50% (e in alcuni casi più), applicabile a lavori di ristrutturazione, restauro e manutenzione straordinaria. Mentre l'Ecobonus è focalizzato sull'efficientamento energetico e l'introduzione di tecnologie sostenibili, il Bonus Casa si rivolge a un'ampia gamma di interventi edilizi, sottolineando l'importanza di mantenere e valorizzare gli immobili esistenti. Entrambi gli incentivi sono destinati a subire revisioni normative che riflettono l'impegno dell'Italia verso una maggiore sostenibilità, come l'annunciata possibile eliminazione delle detrazioni per le caldaie a gas naturale a partire dal 2025.

Normativa efficienza energetica per gli elettrodomestici

Il settore in Italia, come nel resto dell'Unione Europea, è disciplinato da una serie di direttive e regolamenti che promuovono l'efficienza energetica degli elettrodomestici e informano i consumatori sulla performance energetica dei prodotti. Le direttive iniziali, come la 92/75/CEE e la successiva 2010/30/UE, hanno posto le basi per l'etichettatura energetica, introducendo una scala di classi di efficienza energetica da G ad A+++ che aiuta i consumatori a identificare immediatamente i prodotti più efficienti.

Il quadro normativo è stato ulteriormente rafforzato dal Regolamento (UE) 2017/1369, che non solo ha aggiornato il sistema di etichettatura energetica, ma ha anche introdotto criteri più rigorosi per la classificazione dell'efficienza energetica, spostando gradualmente la scala verso un nuovo sistema semplificato che va da A a G. Questo aggiornamento mira a rendere le etichette più comprensibili e a stimolare l'innovazione e l'adozione di tecnologie più efficienti da parte dei produttori.

Oltre a ciò, il Regolamento (UE) 2019/2024 specifica i requisiti di progettazione ecocompatibile per i frigoriferi domestici, nell’ottica di contribuire a ridurre il consumo energetico complessivo e l'impatto ambientale dei prodotti durante il loro ciclo di vita.

Tra gli elettrodomestici per cui è obbligatorio indicare la misura di efficienza si annoverano: congelatori, lavatrici, lavastoviglie, lampadine, forni elettrici, televisori, climatizzatori e asciugatrici.

Insieme, questi regolamenti costituiscono un solido impianto normativo che guida sia i produttori che i consumatori verso scelte più sostenibili, riflettendo l'impegno dell'UE e dell'Italia per un futuro energetico efficiente e responsabile.

Efficienza energetica: come migliorare la classe energetica di un appartamento

Certificato di efficienza energetica (APE)

Tornando agli immobili, il certificato di efficienza energetica (o, più precisamente come accennato poc’anzi, Attestato di Prestazione Energetica - APE), è quel documento che descrive le caratteristiche energetiche di un immobile tramite una scala che va da A4 a G. Si tratta di una indicazione che deve essere fornita obbligatoriamente per chi vende o affitta un immobile.

Dal 2012, tutti gli annunci immobiliari devono indicare anche gli indici di prestazione energetica dell’immobile. L’Attestato di Prestazione Energetica di un edificio raccoglie i suoi dati generali, come la destinazione d’uso (residenziale o non residenziale), il tipo di immobile (intero edificio, unità immobiliare o gruppo di unità immobiliari), la motivazione o il tipo di contratto per cui si fa richiesta (per esempio: compravendita, nuova costruzione o locazione).

Vengono poi aggiungi tutti i dati catastali e altri dati identificativi, il comune e l’indirizzo, l’anno di costruzione, la superficie e il volume. L’APE, che ha una durata di 10 anni, identifica quindi la prestazione energetica globale e del fabbricato: che tipo di servizi energetici sono presenti (illuminazione, climatizzazione invernale o estiva, produzione di acqua calda sanitaria, etc), da quale fonte proviene l’energia utilizzata, il suo consumo annuo e le raccomandazioni per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica dell’immobile al fine di migliorarne l’efficienza.

Progettare e gestire l’efficienza energetica degli edifici

Se si ha la possibilità di seguire la costruzione dell’immobile fin dall’inizio, la soluzione migliore è gestire l’efficienza energetica della casa fin dalle prime fasi di progettazione. Oggi le misure da impiegare per migliorare sensibilmente i sistemi di efficienza energetica sono sempre più numerose e sempre più alla portata di tutti. Se invece l’immobile è già stato costruito, è possibile ricorrere comunque ad alcuni interventi di efficientamento energetico, anche senza ristrutturazioni importanti, volti a migliorarne l’efficienza sotto diversi punti di vista.

Come migliorare l’efficienza energetica in casa

Come abbiamo visto, l’Attestato di Prestazione Energetica, tra le altre cose, individua e suggerisce gli interventi volti a gestire e migliorare l’efficienza energetica di un immobile. Ad esempio, una necessità potrebbe essere quella di rivestire con materiale isolante le strutture verticali rivolte verso l’esterno al fine di ridurre la perdita di calore in inverno e l'ingresso di calore in estate e di conseguenza utilizzare meno energia per riscaldare o raffreddare la casa (oltre a mantenere una temperatura interna più costante e confortevole e ridurre il rischio di condensa e muffe, che possono avere effetti negativi sulla salute degli abitanti).

Nell’attestato viene indicato il tipo di intervento da compiere, se questo comporta un intervento importante e il tempo di rientro dell’investimento espresso in anni.

Esempi per migliorare la classe energetica di un appartamento

Migliorare l’efficienza energetica di una casa passa dai grandi interventi di efficientamento energetico fino ai piccoli ritocchi:

  • rinnovare i grandi elettrodomestici con classe energetica A;
  • isolare e coibentare al meglio: sostituendo infissi e porte, isolando termicamente il tetto o aggiungendo cappotti termici, ove possibile;
  • installare un impianto solare per la produzione di acqua calda sanitaria;
  • dotarsi di un impianto fotovoltaico: l’energia solare permette infatti di svincolarsi dalla rete elettrica nazionale, rendendosi indipendenti da essa;
  • migliorare e rinnovare gli impianti di riscaldamento, preferendo le caldaie a condensazione oppure i termocamini;
  • migliorare l’efficienza energetica dell’impianto elettrico, ad esempio dotando la casa di un sistema domotico al fine di prevenire gli sprechi.

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Classe energetica classe A della casa: cosa significa

La classe energetica di una casa è calcolata tenendo conto di diversi fattori, tra cui l'esposizione, la tipologia degli impianti e il tipo di infissi.

La scala di classificazione energetica degli edifici va da A4 a G e rappresenta il livello di efficienza energetica di un edificio, dove A4 indica l'efficienza massima e G la minima, basandosi sull'EPgl (Energia Primaria Globale, unità di misura della prestazione energetica di un edificio), che misura il consumo annuo di energia primaria dell'edificio per metro quadro.

Ad esempio, una casa di classe A4 ha un consumo inferiore agli 0,4 EPgl, mentre una casa di classe A1 ha un consumo compreso tra 0,81 EPgl e 1,00 EPgl.

Classe energetica classe degli elettrodomestici: cosa significa

Per migliorare l’efficienza energetica di una casa, è importante poter contare su degli elettrodomestici con una buona classe energetica.

Ma cosa significa classe energetica A, A+ o magari A+++ degli elettrodomestici?

Prima di tutto, va ribadito che la nuova classificazione energetica degli elettrodomestici ha eliminato le classi A+, A++ e A+++. Oggi si parla quindi unicamente di classi dalla A alla G; il reale consumo di riferimento assegnato a ogni classe cambia però tra i vari dispositivi.

Un frigorifero di classe A, per esempio, deve avere un consumo uguale o inferiore ai 100 kWh (Kilowattora) annui, mentre una lavastoviglie di classe A deve avere un consumo uguale o inferiore ai 100 kWh per 100 cicli. Appare quindi chiaro come il significato della classe energetica A – e delle altre classi - cambia al variare della tipologia di elettrodomestico preso in considerazione.

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04 aprile 2024