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Le messe a terra nelle abitazioni sono obbligatorie e, nel caso di un palazzo, gli impianti devono essere sempre collegati alla messa a terra condominiale.
Quindi, prima di fare o rifare un impianto elettrico, è bene sapere che questo deve essere realizzato a norma e corredato di impianto di messa a terra e interruttore differenziale, meglio noto come salvavita.
Per verificare l’impianto di terra e il relativo dimensionamento è necessario controllare che nelle prese elettriche l’alveolo centrale sia collegato a terra. Se invece l’impianto non è installato, o risulta mal funzionante, anche l’interruttore salvavita potrebbe non svolgere correttamente il suo compito.
Ma scopriamo cos’è una messa a terra, come realizzarla e la normativa vigente in materia.
La messa a terra è un sistema di sicurezza indispensabile in un impianto elettrico perché lo protegge, mettendo al riparo anche le persone. Più tecnicamente si tratta di un insieme di azioni volte ad assicurare a masse metalliche il potenziale a terra, per evitare che siano in tensione tra di loro.
Un impianto di messa a terra è costituito da tre elementi:
Ogni apparecchiatura elettrica deve essere collegata al cavo della messa a terra, facilmente riconoscibile perché generalmente composto da due colori, giallo e verde. In caso di guasto accidentale la messa a terra fa scattare automaticamente il salvavita.
Questo impianto protegge da rischi di folgorazione quando l’isolamento di un apparecchio elettrico si deteriora, dalla dispersione di energia, da tensioni elettriche e dalle scariche elettrostatiche.
Immaginiamo una linea elettrica principale che attraversa l’edificio e da cui partono, in prossimità di alcuni nodi, delle diramazioni secondarie che si collegano alle parti metalliche e alle prese elettriche. Inoltre, l’impianto è connesso al terreno tramite dispersori che possono essere picchetti in rame o acciaio, cavo in rame (corda), oppure calcestruzzo che ha un potere schermante.
Il sistema di messa a terra consiste nel portare gli elementi metallici al potenziale elettrico del terreno, evitando che possano trovarsi in tensione tra loro, oppure con la terra.
Il dimensionamento della messa a terra deve essere effettuato sempre da un tecnico competente.
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Ogni impianto di messa a terra, per essere adeguatamente proporzionato, necessita di un progetto ad hoc e di una misurazione della resistenza del suolo. Per fare ciò è indispensabile applicare scrupolosamente le raccomandazioni dettate dalla Norma CEI 64-8/5 in ordine ai materiali da impiegare per la realizzazione dell’impianto.
Ad esempio: per assicurare una corretta dispersione dell'impianto di messa a terra, potrebbe servire collegare in parallelo più pozzetti dispersori. Questo può dipendere dalla diversa capacità di opporre resistenza al passaggio delle cariche elettriche mostrata dai terreni, in relazione alle loro caratteristiche chimico-fisiche e al loro grado di umidità.
Ecco perché due edifici costruiti su suoli di diversa natura possono necessitare di impianti con un numero differente di pozzetti disperdentanche a parità di carico elettrico.
Generalmente i terreni di origine vegetale sono quelli che presentano una minore resistenza, a differenza di quelli ghiaiosi o sabbiosi.
In ogni caso la normativa raccomanda l'uso di elementi metallici resistenti alla corrosione e quindi si parla di ferro zincato, acciaio ramato, rame e metalli specifici per applicazioni in suoli particolari.
L'impiego di materiali ferrosi non è escluso, ma è bene aumentare in modo considerevole spessori e sezioni.
Il collegamento della messa a terra di una casa è obbligatorio dalla normativa vigente in materia ossia il D.Lgs. n. 81/2008, Decreto ministeriale n. 37 del 22 gennaio 2008, norma CEI 64-8/4.
La normativa suddivide gli impianti in tre categorie:
Il decreto del Presidente della Repubblica n. 462 del 2001 prevede l’obbligo di dichiarazione di conformità di messa a terra dell’impianto rilasciata dall’impiantista e vale per i condomini, per gli uffici o luoghi di lavoro, sottoposti a verifiche periodiche da parte di un organismo del Ministero delle attività produttive.
Pertanto, addetti qualificati provvederanno alla verifica delle messe a terra secondo tre fasi:
In particolare, la certificazione dell’impianto - contenente le informazioni complete sull’impianto, interruttori, prese a spina, dispositivi di protezione, numero dei dispersori, voltaggio, etc… - è un documento che deve essere redatto da personale specializzato, con particolare accuratezza, pena sanzioni, che possono andare dai 500€ ai 1.800€.
La normativa vigente, infine, prevede l’obbligo di messa a terra per tutte le costruzioni perennemente ancorate al suolo, ma anche per quelle temporanee. Ecco che anche ponteggi e altre attrezzature metalliche mobili devono essere collegate a terra. Così pure le strutture private, come nel caso di un semplice gazebo metallico da giardino.
Per legge, anche nei condomini, secondo il d.p.r. del 22 ottobre 2001, n. 462, l'impianto elettrico del palazzo deve avere la messa a terra. Il responsabile della sicurezza dell’intero edificio è l'amministratore condominiale che è tenuto a regolarizzare ogni situazione che non risulta a norma. Le spese necessarie per realizzare l'impianto di messa a terra condominiale vengono ripartite tra tutti i condomini, in base ai millesimi di proprietà.
Ma quanto costa realizzare un impianto di messa a terra? La spesa da affrontare, solitamente inserita nel preventivo per la realizzazione dell’impianto elettico,va dai 50€ ai 100€, mentre il controllo, iniziale o periodico, va dai 100€ ai 700€. I costi potrebbero abbattersi, qualora in possesso dei requisiti per accedere a detrazioni fiscali e bonus per ristrutturazioni al 50%.
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21 luglio 2021 |