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Il riscaldamento elettrico è un’alternativa efficace all’utilizzo del gas naturale per scaldare casa. Risparmio energetico e sostenibilità ambientale vanno ormai di pari passo quando si va alla ricerca di una forma di riscaldamento per la casa alternativo. L’introduzione dell’APE (Attestato di Prestazione Energetica) e delle nuove etichette per gli impianti di riscaldamento, impone un’attenzione diversa e maggiore da parte dei consumatori. Termosifoni a gas e radiatori sono sempre più spesso sostituiti da sistemi ibridi formati da caldaie elettriche per riscaldamento e pompe di calore, termosifoni e caloriferi elettrici a basso consumo. Ma cos’è un impianto di riscaldamento elettrico? E perché conviene? Lo scopriremo insieme in questa guida.
Riscaldare casa elettricamente? Oggi è possibile, il riscaldamento elettrico si impone sempre più come soluzione green ideale per chi non vuole scegliere il gas metano né intende dotarsi di una canna fumaria, a volte invece necessaria, ad esempio, per stufe alternative a pellet o a legna. Si tratta di una scelta attenta all’impatto ambientale.
In commercio esistono diverse tipologie di riscaldamenti elettrici. Nei modelli classici il calore viene ceduto all’ambiente grazie ad una resistenza che, attraversata dalla corrente, riscalda l’aria; questa a sua volta viene rilasciata nella stanza (dove ci sono i radiatori) per mezzo di una ventola. Se stufe elettriche e termosifoni elettrici la fanno da padroni, non mancano delle alternative interessanti di riscaldamenti elettrici a basso consumo. Scopriamo di quali si tratta.
Il termosifone elettrico viene usato per riscaldare ambienti sprovvisti di impianto termico. Apprezzati per la loro comodità nel trasporto, che li rende spostabili da un ambiente all'altro, i termosifoni elettrici si dividono in due grandi categorie:
Il rendimento del termosifone elettrico dipende dal materiale in cui è composto. In base a questo (ceramica, ghisa, pietra lavica) cambiano prezzo e prestazioni.
La nuova frontiera del riscaldamento elettrico viene dal Nord Europa ed è rappresentata dai radiatori elettrici svedesi, la cui unica differenza rispetto a quelli norvegesi è la provenienza geografica. Si tratta in ogni caso di radiatori elettrici a basso consumo, una variante delle classiche stufe elettriche, dotata di resistenze ceramiche. Questo termoconvettore non è provvisto di ventole e ha la sua parte riscaldante all’interno del radiatore. Il riscaldamento elettrico svedese funziona alla stregua di un climatizzatore d’aria ovvero propaga aria calda nell’ambiente grazie alla presenza di un termostato che rileva lo scarto tra la temperatura d’aria in entrata e quella impostata dall’utente. Rispetto alle stufe elettriche, inoltre, i radiatori svedesi non sollevano polvere, non bruciano ossigeno né seccano l’aria circostante. A fronte di una spesa iniziale di poche centinaia di euro, durano a lungo e hanno bassi costi di manutenzione.
Affidarsi al riscaldamento elettrico significa contenere i consumi energetici. Le alternative ai radiatori svedesi non mancano e possono essere alimentate, indistintamente, da impianti fotovoltaici o solari termici, pompe di calore o caldaie tradizionali. Una forma di riscaldamento elettrico a basso consumo è senza dubbio rappresentata dal pavimento elettrico. Può essere dotato sia di un impianto ad acqua che di un impianto elettrico e necessita di un termostato in ogni stanza della casa. È preferibile a un riscaldamento a battiscopa – ovvero che corre lungo il muro di una stanza – per ragioni estetiche (in quanto non richiede apparecchi aggiuntivi nella stanza) e perché permette di avvicinare i mobili alle pareti, mentre ha nel costo di installazione il suo vero punto debole. I consumi, tuttavia, ammortizzano in tempi rapidi la spesa iniziale grazie al notevole risparmio di energia elettrica e al conseguente effetto sulla bolletta della luce. Una buona alternativa energetica a questo sistema può essere anche quella di una caldaia elettrica per termosifoni e riscaldamento a pavimento.
Invisibile e silenzioso, il riscaldamento elettrico a parete funziona bene sia in autonomia che in abbinamento ad altre forme di riscaldamento, magari nelle zone più fredde di casa. Questo impianto trasforma l’energia prodotta in calore a contatto con corpi e superfici grazie alle onde a infrarossi. La posa si può effettuare sotto l’intonaco della parete o una lastra di cartongesso. Il calore si può gestire, al pari della temperatura e degli orari di utilizzo. Così come il riscaldamento a pavimento, il riscaldamento elettrico a parete rappresenta una soluzione a basso consumo, non porta polvere né occupa spazio. Non permette, tuttavia, di avvicinare mobili alle pareti in cui viene inserito l’impianto. Il costo è elevato, ma ammortizzabile sul medio-lungo periodo.
Il riscaldamento elettrico a battiscopa è invece una soluzione più conveniente, ma presenta alcuni limiti. L’impianto viene collocato all’interno del battiscopa lungo il perimetro di ogni singola stanza e le modalità di riscaldamento sono elettrica, ad acqua o mista. Gli svantaggi più evidenti sono due: l’incapacità di riscaldare le zone centrali degli ambienti grandi e l’incompatibilità con i mobili.
Se le soluzioni di riscaldamento a parete o a pavimento non sono adatte alle vostre esigenze, allora potete valutare un impianto di riscaldamento a soffitto. In questo caso l’impianto viene ricoperto con il controsoffitto in cartongesso e il calore si rilascia dalla superficie più calda a quella più fredda. Il costo per metro quadro si avvicina a quello per il riscaldamento a pavimento elettrico. Come abbiamo avuto modo di vedere, tuttavia, questi impianti permettono di ottimizzare il risparmio se associati al fotovoltaico. Se si pensa di scegliere per questa soluzione, allora non si può che considerare il riscaldamento a infrarossi. In questo modo saranno le onde elettromagnetiche a generare calore, sfruttando soffitto e pareti. Privo di spese di manutenzione e capace di ridurre i consumi sulla bolletta della luce, questo tipo di riscaldamento elettrico sembra andare a passi spediti verso il futuro.
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Una volta analizzate le diverse tipologie di riscaldamento elettrico, dalle più tradizionali a quelle più innovative, vediamo quali sono i pro e i contro e quando conviene sceglierle.
Quando e perché conviene scegliere il riscaldamento elettrico? La prima risposta è semplice: la riforma delle tariffe elettriche e l’introduzione di una tariffa TD (che non fa più differenza tra clienti residenti e non residenti e non tiene più conto degli scaglioni di consumo) ha incentivato scelte sempre più ecologiche e sostenibili come appunto quella degli impianti di riscaldamento elettrico ad alta efficienza. Tra i vantaggi rientrano anche:
Tutti questi pro fanno orientare la scelta verso il riscaldamento elettrico. Ma quali sono i contro?
Tra le variabili da considerare se si intende scegliere il riscaldamento elettrico, ce ne sono alcune che possono spingere a decidere per il no. Prima di tutto è fondamentale conoscere le dimensioni della casa. Per appartamenti superiori ai 50mq, ad esempio, il riscaldamento a corrente inizia ad essere una soluzione particolarmente dispendiosa, anche se abbinata ai pannelli radianti. Nel caso, ad esempio, di un riscaldamento a pavimento i costi da sostenere per l’installazione sono ancora molto elevati. Inoltre prima di decidere è sempre opportuno valutare l'assorbimento e la classe energetica degli elettrodomestici di casa, indispensabile per calcolare la potenza necessaria e per capire l’utilità di valutare ulteriori opzioni quali ad esempio autoprodurre energia installando pannelli fotovoltaici.
Prima di effettuare ogni scelta è opportuno ricordare che chi si affida al riscaldamento elettrico beneficia degli incentivi statali stabiliti per legge, come l’Ecobonus al 50% o il Bonus Ristrutturazione, il riscaldamento elettrico a basso consumo si traduce in una scelta vincente per integrare un impianto già esistente, se si vive lontani dalla rete di distribuzione del gas o se si punta con decisione verso forme di consumo ecosostenibile.
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18 gennaio 2023 |