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Come scegliere una lampadina per la cucina? Come scegliere le lampadine per l’illuminazione del giardino? Qual è la luce più adatta per la postazione di lavoro? Orientarsi nella scelta tra diversi tipi di lampadine non è facile come si potrebbe pensare: sono da prendere in considerazione fattori come l’intensità della luce, il tempo di accensione, la temperatura di colore, paramentro che si riferisce alla percezione visiva del colore della luce emessa da una lampadina e che viene misurata in Kelvin (K), l’etichetta energetica, il costo e l’impatto sull’ambiente. Scopri nella nostra guida le differenze tra i vari modelli di lampadine, partendo da quelle ad incandescenza e fluorescenza per arrivare fino alle lampadine alogene e alle lampadine a LED.
Un viaggio alla scoperta delle diverse tipologie di lampadine non può che iniziare dall’illuminazione a incandescenza, inaugurata nel 1879 da Thomas Edison. Si pensi che le prime lampadine a incandescenza erano formate da un bulbo di vetro vuoto e da un filo di cotone carbonizzato, attraversato da corrente elettrica. Nelle lampadine a incandescenza moderne all’interno del bulbo di vetro c’è un filamento di tungsteno che viene portato, per l’appunto, all’incandescenza, alla temperatura di 2.700 K.
Il grande difetto delle lampadine a incandescenza è l’enorme spreco di energia: solamente il 5% viene infatti convertito in luce, mentre il resto viene disperso in calore. Per questo motivo le lampadine a incandescenza sono state messe al bando dall’Unione Europea attraverso una serie di direttive sull'ecodesign (Direttiva 2009/125/CE), mirate a migliorare l'efficienza energetica e ridurre l'impatto ambientale dei prodotti consumati all'interno dell'UE. In particolare, la decisione di eliminare progressivamente le lampadine a incandescenza è stata attuata tramite il Regolamento (CE) N. 244/2009 della Commissione, adottato il 18 marzo 2009, che stabilisce i requisiti di ecodesign per le lampade a uso domestico.
Tra le principali evoluzioni delle lampadine a incandescenza troviamo le lampadine alogene. Queste rientrano sempre nel campo dell’illuminazione a incandescenza, pur con delle caratteristiche sostanzialmente diverse rispetto alle precedenti. Nel bulbo si trova infatti il gas alogeno, che permette un riscaldamento del filamento fino a una temperatura di 3.000 K, così da ottenere un’efficienza luminosa molto maggiore. L'efficienza luminosa, che indica quanta luce viene prodotta per ogni watt di energia consumata, è significativamente migliorata nelle lampadine alogene grazie all'interazione tra il gas alogeno e il filamento, che permette una produzione di luce più efficiente e una vita utile più lunga rispetto alle lampadine tradizionali a incandescenza.
Esistono due principali tipi di lampadine alogene, a tensione di rete e a bassissima tensione. La tensione di una lampadina determina la forza elettrica con cui essa opera e influisce direttamente sulla sua compatibilità con l'impianto elettrico, il consumo energetico e la sicurezza d'uso. Ecco le principali caratteristiche.
Lampadine a tensione di rete:
Lampadine a bassissima tensione:
Quindi, la principale differenza tra queste due tipologie di lampadine è la tensione a cui funzionano, con quelle a bassissima tensione che sono più efficienti dal punto di vista energetico grazie al loro consumo ridotto.
Le lampadine a fluorescenza rappresentano un avanzamento significativo nella tecnologia dell'illuminazione, offrendo notevoli benefici in termini di risparmio energetico. A differenza delle lampadine tradizionali, che producono luce direttamente attraverso un filamento riscaldato, le lampadine fluorescenti utilizzano un processo diverso. All'interno del loro tubo, un gas (spesso una miscela di vapori di mercurio e altri gas nobili, ma non necessariamente neon) viene ionizzato, producendo raggi ultravioletti. Questi raggi UV non sono visibili all'occhio umano, ma vengono convertiti in luce visibile da un materiale fluorescente rivestito all'interno del tubo. Questo processo è conosciuto come "emissione luminosa indiretta", perché la luce che vediamo non proviene direttamente dalla sorgente primaria (il gas ionizzato), ma è il risultato della trasformazione dei raggi UV in luce visibile grazie al materiale fluorescente. Questo meccanismo rende le lampadine fluorescenti molto più efficienti delle lampadine a incandescenza, poiché meno energia viene sprecata sotto forma di calore, trasformando maggiormente l'energia consumata in illuminazione effettiva. Sebbene comunemente chiamate "lampade al neon", è importante notare che questo termine può essere fuorviante, dato che il neon è solo uno dei possibili gas utilizzati, e la vera magia avviene grazie alla reazione dei materiali fluorescenti come i vapori di mercurio.
Le lampadine fluorescenti compatte, in sigla CFL (da Compact Fluorescent Lamp) sono delle lampadine piuttosto diffuse sul mercato e si presentano tipicamente con una forma a spirale. Al loro interno si trova un gas inerte e una piccola quantità di mercurio. Insieme alle lampadine LED le CFL rappresentano i tipi di lampadine che garantiscono il maggiore risparmio energetico, essendo di fatto una variante più efficiente delle tradizionali lampade fluorescenti. Altra caratteristica vincente rispetto alle tipologie precedenti di lampadine è la lunga durata.
Passiamo ora alle lampadine LED, ovvero alla tecnologia più evoluta di illuminazione. Il concetto di fondo è semplice: le lampadine LED permettono di illuminare di più con un consumo estremamente ridotto di volt. Il nome di questi dispositivi è un acronimo che sta per Light Emitting Diode (diodo che emette luce): qui la luce non viene generata da un gas, né da un filamento, ad emetterla è un semiconduttore che si accende al passaggio della corrente, per il fenomeno dell’elettroluminescenza. Ma quali sono i principali vantaggi delle lampadine LED?
Nonostante il costo iniziale più elevato, rispetto alle altre tipologie di lampadine, la lunga durata e i bassi consumi energetici delle lampadine LED consentono un rapido recupero della spesa.
Per anni siamo stati abituati ad acquistare le lampadine confrontando i Watt. Nel caso delle lampadine LED, però, questo valore non viene più preso in considerazione: la misura a cui porre attenzione è infatti rappresentata dai lumen, che indicano l’intensità luminosa della lampadina. Ad esempio, una lampadina LED da 250 lumen consuma circa 3 Watt di energia, mentre una lampadina a incandescenza con la stessa intensità richiederebbe circa 20 Watt.
Per assicurare un'illuminazione corretta, è importante procedere con un calcolo illuminotecnico. Questa operazione permette di determinare esattamente quanti e quali dispositivi di illuminazione sono necessari, nonché la loro posizione ottimale, per garantire la luce adeguata all'ambiente, come ad esempio la cucina o l’area living.
Scegliere le lampadine giuste è molto importante per chi vuole realizzare una casa smart. È possibile farlo, ad esempio, grazie a lampadine con telecomando o in generale a lampade con gestione da remoto o addirittura lampadine LED che possono essere regolate in termini di potenza ed intensità di colore dallo smartphone. Va peraltro detto che con l’utilizzo di prese smart tutte le lampadine possono diventare “intelligenti”, adeguando la propria abitazione con le funzioni della domotica.
A livello di manutenzione, va detto, che i tipi più moderni di lampadine non necessitano di molte attenzioni. È sufficiente, per esempio, ricordarsi di tanto in tanto di pulire le lampadine LED con un panno morbido, così da aumentare con un solo gesto sia la qualità della luce che la durata della lampadina. Per quanto riguarda invece lo smaltimento, ci sono delle regole ben precise da rispettare. Chi avesse ancora a che fare con delle lampadine a incandescenza deve sapere che queste lampadine non sono considerate RAEE (Rifiuti Di Apparecchiature Elettriche Ed Elettroniche), ma che non per questo possono essere smaltite nell’indifferenziato; è necessario, infatti, lasciarle nell’apposito contenitore dell’isola ecologica del proprio Comune.
Le lampadine a basso consumo (alogene, CFL, LED) sono invece considerate RAEE, e devono essere conferite negli appositi cassonetti dell’isola ecologica più vicina, oppure consegnate direttamente a un rivenditore di lampadine che in quanto tale, per via del decreto ministeriale n.121 del 2016, è obbligato a ritirare le vecchie lampadine.
Arrivati in fondo a questa guida sulle diverse tipologie di lampadine possiamo dire che le lampadine LED, pur a fronte di un costo di acquisto maggiore, presentano una serie di vantaggi che le rendono preferibili rispetto ad altri modelli per quanto riguarda l’illuminazione degli ambienti domestici. In questo modo si potrà beneficiare dei minori consumi, maggior durata e adattabilità alla domotica.
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12 marzo 2024 |